Lungo i Passi di Celestino V
TAPPA NUMERO 6:

Santa Maria all’Orfento

Si tratta di un riparo di circa 34 metri di lunghezza, con una profondità massima intorno ai 7 metri, il quale nella sua parte più asciutta era stato chiuso, almeno a giudicare dalla posizione dei fori in parete e dalle numerosissime pietre presenti nella stessa zona. Alcuni grossi macigni chiudono parzialmente il riparo in corrispondenza dei fori e si nota una traccia di muro appena affiorante che lo chiude totalmente. Osservando le numerosissime pietre lavorate e perfettamente squadrate presenti alla sua estremità nord-ovest, si desume che qui doveva sorgere la zona cultuale dell’eremo. Fra l’altro, una bellissima ed enorme coppella di 45 cm di diametro e 42 cm di profondità, con probabile funzione di acquasantiera, si trova proprio nella zona di ingresso del riparo, poco prima di alcuni rozzi scalini scavati in un macigno. Ma i segni della presenza umana, eremitica e pastorale, sono ovunque evidenti: piccoli canali di gronda, incavi, vaschette ed altri lavori di cui è difficile capire la funzione.

Ciò premesso, quel che colpisce di più in questo luogo impervio e abbandonato è il gran numero di pietre lavorate, alcune anche in maniera accurata. S. Maria è forse l’Eremo meno noto dell’Orfento: non mi è stato possibile trovare alcuna notizia storica, non ha dato il proprio nome a sorgenti e valloni circostanti e viene ancora oggi ricordato più come ricovero di briganti che non come luogo di culto. Per raggiungerlo si percorre fino ad un certo punto un antico sentiero che conduceva a S. Giovanni passando in alto sopra l’Eremo di S. Onofrio. Ma probabilmente questo era percorso solo dai religiosi nei loro spostamenti nella valle in quanto la sua pericolosità non permetteva il passaggio di animali e  né tanto meno di boscaioli e pastori.

La sua fama quale ricovero di briganti conferma le difficoltà nel raggiungerlo e la sua inaccessibilità. Su di un vicino colle si notano i ruderi di una piccola costruzione, completamente diruta ed interrata, che si dice appartenesse ai banditi. Secondo antiche memorie essi, mediante un cunicolo, potevano raggiungere S. Maria dove appunto si recavano per preparare la polvere da sparo, usando ivi la coppella posta all’ingresso.

Testo di Edoardo Micati

COME RAGGIUNGERLO

E’ inutile descrivere la via da percorrere per raggiungere S. Maria, in quanto, dopo aver percorso da Decontra di Caramanico la carrareccia di un vecchio acquedotto, tutto il resto è affidato al ricordo e al senso di orientamento di chi ha già visitato il luogo.